Page 83 - Tempo scomposto
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spinto col piede e fatto rotolare di qualche passo. Avevano
              chiamato il conte:
                - Non toccatelo! Andate a chiamare quei monaci che
              devono essere al convento di sant’Agostino! Chiamate dei
              preti!
                Giunse il cappellano preceduto da un chierico, che reg-
              geva una lucida asta di bronzo con in cima un crocifisso,
              seguito da un altro che portava un secchio d’acqua bene-
              detta. Furono accese due candele e con voce cantilenante
              il religioso cominciò a leggere le preghiere dell’esorcismo.
                Damiana fu condotta davanti alla sua opera a forza di
              strattoni e spintoni e l’officiante cominciò ad aspergerla
              recitando le preghiere mentre i presenti si facevano il se-
              gno della croce.
                Arrivarono gli inquisitori, uno dei quali propose di por-
              tare con loro la nefandezza per esaminarla meglio.
                - Perché l’hai portata qua? -rivolgendosi a Damiana
                - Perché credevo che nessuno l’avrebbe cercata in questa
              stanza!
                - Devi disfare la tua opera demoniaca - le intimò il frate
                - Posso disfarla, ma l’opera è compiuta, guardate il frutto
              come s’è ridotto! - rispose lei.
                - Contro chi hai fatto questo maleficio?
                Damiana non rispose.
                - Un momento, un momento…Non è questo il modo e
              il luogo di porre le domande. Dobbiamo procedere ad un
              interrogatorio come si conviene. La porteremo a Catania.
                A queste parole Damiana gli si parò davanti, sollevò le
              mani verso di lui e gli disse:
                - Non temi, figlio del diavolo, ch’io possa maledirti?


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