Page 26 - Miette Mineo - La lava e la polvere
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qualcosa di caldo e di molto forte…lei sa cosa!”
“Vado subito, signora. Comanda altro?”
“Avvicinati, che voglio parlare un po’ con te. Sei stata alla festa,
ieri?”
La ragazza rimase un po’ interdetta, quasi sull’uscio. Mai
la padrona aveva fatto richieste di questo genere. Non si perse
d’animo, e pensando che in fondo tutti i nobili sono un po’ matti, e
che bisogna assecondarli, se no ci va di mezzo il lavoro, finse una
disinvoltura che era ben lungi dal provare veramente, e cominciò
a raccontare con molto entusiasmo dei ceri, delle fiaccolate, della
processione a cui aveva partecipato con un gruppetto di vicine di
casa.
La baronessa l’interruppe con fare stizzoso, congedandola come
se le fosse venuto in mente, all’improvviso, qualcosa di urgente,
Rosina uscì piegandosi leggermente, come le avevano insegnato
a fare le suore da cui aveva appreso più le buone maniere che i
numeri e l’alfabeto.
Scese quasi di corsa le scale che la portavano in cucina; lo
sgarbo della signora non l’aveva messa di cattivo umore, dal
momento che aveva qualcosa di più piacevole cui pensare; anzi
era leggermente eccitata per l’inaspettato interessamento ed un
lieve rossore le illuminava il volto. Si sentiva incredibilmente
leggera…e si scontrò, accidentalmente, contro una sagoma scura
che veniva verso di lei: Cosimo.
Il lieve rossore si trasformò in un calore violentissimo quando si
rese conto che la mano di lui si era posizionata sul suo petto.
“Ehi, attenzione!” l’apostrofò con fare divertito lui. Ma era già
lontana, dopo avere balbettato qualche scusa di circostanza ed
essersi sottratta alla presa.
Aveva imparato, in questi pochi mesi di servizio, a conoscere
e ad amare quasi ogni angolo di Palazzo Moncada. Dopo essere
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