Page 63 - Miette Mineo - La lava e la polvere
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CAPITOLO IX
Come usciti da un incubo spaventoso i catanesi potevano
finalmente respirare a pieni polmoni un’aria che non sapeva più di
zolfo e di cenere.
Il 26 di maggio gli ultimi rigagnoli di magma vischioso avevano
concluso il loro percorso salvando la città che si stendeva al di qua
delle mura occidentali.
Al di là…era meglio non spingere lo sguardo che una volta aveva
davanti ben altro panorama. Faticosamente la città riprendeva i
traffici e le abitudini consuete.
Per più di due mesi il terribile evento aveva tenuto sotto
pressione le Autorità cittadine che sentivano la responsabilità di
tutelare il bene pubblico, così duramente messo alla prova. E non
erano mancate le prove di solidarietà da parte delle città vicine:
da tutte le parti dell’isola erano giunti aiuti e soccorsi, e ognuno
festeggiava come poteva: nelle mense dei poveretti facevano
capolino i frutti provenienti dalle campagne che non erano state
devastate dal torrente di fuoco.
Adesso, davanti alle entrate delle povere case, era facile
vedere gruppetti di famiglie, a due, a tre, radunate per festeggiare
con canti e stornelli improvvisati lo scampato pericolo. Magari
accompagnando i cori con un buon bicchiere di vino (se le tasche
dei convitati potevano permetterselo).
La bella stagione era alle porte, e prima che incombesse sulla
sfortunata città il caldo che leva il respiro e scioglie i pensieri, ogni
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