Page 65 - Miette Mineo - La lava e la polvere
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La baronessa Agata aveva molto trepidato in questi mesi e il suo
           incarnato aveva spesso assunto un colorito giallastro, colorito che
           aveva in tutti i modi cercato di occultare con le ciprie ed i belletti
           che  una  sua  affezionata  cugina  le  faceva  giungere  da  Palermo.
           Adesso, scampato  il  pericolo,  aveva  una voglia  grandissima  di
           festeggiare.
              I preparativi fervevano per una delle memorabili serate della
           nobile  famiglia.  Aveva  ordinato  delle  stoffe  provenienti  dalla
           capitale con cui era stato confezionato un abito non troppo frivolo
           –data la gravità dell’evento da cui si usciva- di un colore tendente
           al ramato; la stoffa di tipo damascato si drappeggiava mollemente
           assecondando le linee  del suo corpo, un accenno  di gorgiera
           ingentiliva l’insieme, secondo i dettami della moda spagnola e una
           pettinatrice era stata incaricata di mettere ordine nella sua folta
           capigliatura.
              L’incalzare  della  bella  stagione  consentiva  di  offrire  squisiti
           sorbetti  e cremolate  con cui dissetare  gli illustri  ospiti, e una
           schiera  di  valletti  stava  addobbando  adeguatamente  i  saloni  di
           rappresentanza  con  i  fiori  che  erano  stati  portati  apposta  dalla
           campagna.
              La baronessa aveva voluto per l’occasione riempire i molti vasi
           disseminati sulle consolles e sui tavolini dorati con le prime rose
           che sbocciavano nelle masserie della piana, dove il tempo era stato
           più clemente. Le rose, di un tenue beige rosato, facevano un bel
           colpo d’occhio mescolate alle iris dalla tinta viola carico.
              La famiglia Moncada, al completo, era schierata ad accogliere
           gli invitati della serata che annoverava come ospite d’onore il notaio
           Francesco Morabito in duplice veste e funzione. Da una parte,
           quella più strettamente professionale, doveva prendere accordi col
           priore di san Nicolò per la cessione di alcuni poderi appartenenti
           alla famiglia. Dall’altra, assecondando in questo la sua passione
           letteraria, aveva il piacere di leggere in pubblico alcune strofe del
           lavoro che stava componendo da quando la terribile calamità si era



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