Page 81 - Miette Mineo - La lava e la polvere
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Questo era in fondo il suo figlio preferito, quello su cui riponeva
le maggiori speranze, dal momento che il secondogenito aveva
ormai intrapresa una strada sicura, ma lontana mille miglia dalle
sue inclinazioni.
“Com’è andata la visita ai Gravina?”
“Occorre parlare col notaio Morabito, ora. Credo proprio che
Angelina sia propensa alla cessione, e poi, poverina, cos’altro
potrebbe fare?”
Agata si riferiva ad un’intricata faccenda patrimoniale che la
sventurata eruzione aveva posto a vantaggio dei Moncada.
La proprietà di questi cugini Gravina, confinante con la loro, era
stata parzialmente ricoperta dal fiume infuocato che aveva, invece,
interamente sepolto un casolare di proprietà Moncada, ma ubicato
nel fondo dei Gravina, cui la generosità di Augusto aveva concesso
l’usufrutto. Agata richiedeva, a mo’ di ricompensa, la cessione
della striscia di terra rimanente, non curandosi per niente del fatto
che i parenti versavano in condizioni economiche molto precarie,
dal momento che le loro proprietà erano state pesantemente colpite
e avevano perduto i noccioleti alle pendici dell’Etna.
A nulla erano valse le preghiere e le suppliche di Angelina.
Agata, convinta della necessità di non tralasciare quello che le
sembrava un diritto inalienabile, aveva talmente insistito citando
gli innumerevoli danni della sua casata, che la timida cugina,
mite di carattere ed indebolita dalle numerose sofferenze che si
erano accanite contro di lei, aveva alla fine dovuto cedere alle sue
insistenze. Così avevano convenuto di ritrovarsi dinnanzi al Notaio
per procedere all’atto.
Cosimo approvò con un largo sorriso. L’intesa con la madre si
rafforzava sempre di più.
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