Page 159 - Corti di carta
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«Mi dica, allora».
               «Desideravo parlare con lei di una faccenda, per così dire…
            delicata. Se potessimo vederci di presenza, le spiegherei meglio».
               «Ma… non so! Nel bar accanto al duomo».
               «Preferisco un posto più appartato».
               «Allora nel Bar sul lungolago, alle 19 di domani sera, va bene?».
               «Ci sarò».

               La   scena   descritta   nella   vignetta   si   svolge   fuori,   in   aperta
            campagna.
               Una volante della polizia insegue una grossa macchina nera.
               VVROOARR
               L’auto si schianta contro un albero. Dalle altre macchine lanciate
            all’inseguimento, escono dei poliziotti in assetto di combattimento.
               «Mirate alle gomme! Cercate di stanarli, quei farabutti!».
               BANG BANG PTUNFPTUNF RAT-TA-TA.
               I Poliziotti sparano.
               «Eccolo, uno sta fuggendo in fondo al burrone…».
               «No, non lo vedo più…Dev’essere morto!!».

               «Signora, la vedo un po’ giù, è successo qualcosa?
               «Sono tante le cose che sono successe, che non saprei neanche da
            dove cominciare».
               Lorenzo si aggiustò il collo del dolcevita nero, leggermente infa-
            stidito. Non gli interessava niente di quella Messalina di periferia e
            dei suoi problemi. Invece rispose, col tono di voce più garbato che
            era in grado di produrre.
               «Se vuole dirmi qualcosa, l’ascolto volentieri».
               «Io… non so se posso approfittare della sua pazienza, ma ho
            bisogno di sfogarmi con qualcuno. Ho bisogno di consigli, e so che
            lei è una persona assolutamente riservata, e questo mi dà fiducia! Ho
            scoperto una cosa sconvolgente, di cui non sapevo assolutamente
            niente: Natalia non è figlia di Walter, cioè, di mio marito, ma della
            sua ex moglie, e la cosa ancora più pazzesca, è che ho il sospetto,
            molto fondato… che abusi di lei».
               La tazzina che Lorenzo reggeva con la mano sinistra, rimase a
            mezz’aria. Guardò, con gli occhi stupefatti i lunghi capelli spioventi
            di lei, gli occhi spalancati e avvolti dal filo di fumo che leggero si


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