Page 49 - Corti di carta
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LA RAGAZZA DEL MARE
La ragazza si tuffò di colpo, senza pensare più, dopo avere
lungamente indugiato sullo scoglio bruno.
Una sensazione d’immediata freschezza le avvolse il corpo.
L’acqua di fine giugno non s’era ancora adeguatamente riscaldata,
ma a lei piacevano quei sottili brividi sulla pelle: il mancamento
iniziale la spingeva a dare bracciate sempre più veloci, fino a non
avvertire più alcun senso di disagio.
Nuotò un poco, senza spingersi oltre la linea del pontile; poi
cominciò a sguazzare ora facendo il morto, ora immergendosi sotto il
pelo dell’acqua, ora scrutando il fondale roccioso.
Si era seduta poi su uno scoglio che affiorava per riprendere fiato:
i piedi erano immersi e notò tanti piccoli pesci che sgusciavano qua e
là nuotando frettolosamente tra cespugli di alghe che ricoprivano
interamente la parte sommersa.
Sorrise agitando i piedi per scacciarli e respirò a pieni polmoni
l’aria tiepida e salmastra che l’investiva.
Pensò che mai avrebbe potuto fare a meno del mare. Pensò che
avrebbe fatto di tutto, negli anni a venire, per trascorrere la sua
vacanza all’Isola.
Si sdraiò in modo che il suo corpo ricoprisse quasi interamente la
parte emersa, e, sospirando di piacere, lasciò che il sole l’avvolgesse
interamente.
Quanto era rimasta così, con gli occhi semichiusi a sentire soltan-
to il rumore di qualche onda che s’infrangeva nella parte bassa dello
scoglio?
Aprì gli occhi e per qualche istante non vide nulla; poi, quando la
vista a poco a poco si riabituò, poté distinguere in lontananza la linea
dell’orizzonte che si congiungeva perfettamente con la linea del
cielo: avevano lo stesso, identico colore.
Nuotò fino a riva, si scrollò di dosso l’acqua salmastra, si asciugò
un poco. Poi si rivestì incurante del costume bagnato. Tornò a casa.
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