Page 50 - Corti di carta
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Trovò la nonna che armeggiava in cucina. Tutte le volte che lei
tornava, per l’estate, le preparava una gustosissima caponata. Il
profumo la investì piacevolmente. Gli stessi gesti, ripetuti con cura e
con amore da sempre.
Si sciacquò, si rivestì. I capelli ancora bagnati le davano un senso
di frescura.
La casa, come tante nel paese, aveva un piccolo giardino nella
parte posteriore con un grande albero di carrubo che stendeva i suoi
rami frondosi per quasi tutto lo spazio disponibile, mentre intorno al
perimetro che delimitava il giardino, diversi rampicanti proteggevano
il muretto e l’inferriata dagli sguardi indiscreti.
Controllò se in un angolo ci fossero ancora le erbe aromatiche che
aveva piantato l’anno precedente. Il basilico e la menta erano
cresciuti, mentre la salvia aveva stentato non poco ad abituarsi al-
l’aria salmastra.
La casa era stata imbiancata a calce da poco, e le inferriate erano
state dipinte di verde.
La nonna stava apparecchiando fuori, proprio sotto l’albero.
Mangiarono silenziosamente. Poche parole tra loro, come sempre.
Quando la nonna si alzò per fare il caffè, la ragazza notò che i suoi
capelli erano ormai tutti bianchi e la schiena un po’ più curva del
solito.
L’ora più calda del pomeriggio la vide bocconi sul letto di ferro
battuto, dopo avere scostato disordinatamente la coperta di cotone
bianco.
Nel silenzio e nell’oscurità che l’avvolgevano, solo un moscone,
attirato dalla luce che filtrava da uno spiraglio dell’imposta soc-
chiusa.
La nonna cuciva quietamente in giardino. La ragazza piombò in
un sonno intenso e abbandonato.
Quando si svegliò il sole cominciava a calare sull’orizzonte e se
ne potevano vedere i bagliori rossastri filtrare attraverso i rami
dell’albero.
La nonna era uscita e la ragazza si dispose a quello che era lo
scopo principale della sua venuta. Prese il cavalletto e lo posizionò
sotto il piccolo pergolato formato da alcuni rami di glicine intrecciati
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