Page 69 - Corti di carta
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Erano fotografie molto antiche, in bianco e nero molto sbiadito
che sembravano quasi grigie.
In una si vedeva il nonno vestito da soldato, in posa marziale con
un commilitone che gli stava accanto. Lo sfondo era probabilmente
lo studio di un fotografo, con una tappezzeria a fiori e al centro un
vaso poggiato su un tavolino alto. Nel vaso c’era una pianta dai
lunghi rami ricadenti. Sulla parte destra, in basso, una dedica vergata
con la stessa grafia tremolante di sempre: Alla mia Lucia, con tutto il
mio amore. Luca.
Dunque non c’erano dubbi: Luca aveva trovato la corrispondenza
del nonno dal fronte, durante la prima guerra mondiale.
Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio dei primi fanti
il XXIV maggio…
Luca frugò tra i suoi pochi ricordi di studente e trovò per prima
cosa questa canzone che la maestra aveva fatto studiare, prendendola
dal Sussidiario.
Si sentiva orgoglioso ed eccitato come se avesse fatto una
scoperta strabiliante. Voleva saperne di più.
«Vieni, Luca, cosa c’è? Volevi dirmi qualcosa?».
Lo zio Uccio era seduto alla scrivania, intento a leggere delle
carte importanti.
«Sai zio, ho visto delle fotografie del nonno, in divisa, in uno
scatolo della libreria. Ha fatto la prima guerra, vero? Quella del
ventiquattro maggio?».
Lo zio inarcò il sopracciglio sinistro, com’era solito fare quando
era sorpreso.
«Dove sei andato a rovistare?» ma poi sorrise, con un sorriso
aperto e largo che distese i tratti del viso, e cominciò a parlare:
«Il nonno era molto giovane allora, appena ventiquattrenne e si
era da poco fidanzato con nonna Lucia.
Lo chiamarono nel ’16 e rimase fino al ’17, fino a dopo
Caporetto. Poi per una ferita riportata in battaglia fu congedato e gli
fu data anche una medaglia al valore per aver salvato, al fronte, un
commilitone che stava per essere ucciso dagli Austriaci.
Devo averla da qualche parte, questa medaglia, conservata tra le
cose più care di mio padre».
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