Page 68 - Corti di carta
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fiore, quasi sempre fresco, infilato in una boccettina affiancata alla
fotografia.
Luca spostò un libro che non gli consentiva la visione di altri, e,
nel prenderli in mano per osservarli meglio, trovò una scatola rigida,
a fiori un po’ sbiaditi, legata da un sottile nastro di seta rosa.
La curiosità per un attimo gli asciugò la bocca. Deglutì un paio di
volte, con l’orecchio teso per sentire se arrivava la nonna. Gli
sarebbe dispiaciuto ricevere un rimprovero.
Tutto tranquillo. Slegò con mano tremante il laccio, aprì la
scatola. Una decina di fotografie sbiadite, e lettere, molte lettere con
l’indirizzo vergato dalla stessa grafia tremolante che trovava sui libri.
Non faticò a capire che erano lettere del nonno a nonna Lucia.
Asiago, II-IX-916
Cara Lucia,
Siamo arrivati ieri sera. Il nostro battaglione è di stanza sul
Piave. Ordini precisi, finalmente. Non ti dico che fatica la
marcia, dopo tante ore di treno, e poi, per grazia di Dio, vedere
in lontananza, gli accampamenti. Io ti scrivo stamattina in
fretta e furia, dopo aver fatto colazione. Poi si partirà di nuovo
per le trincee… e che Dio ce la mandi buona.
Dicono che lassù, sul Carso, si muore alla grande. È venuto
giù un nostro compaesano, il figlio di Risalvato, sai, quello
che lavora in campagna da noi; aveva un braccio ferito,
raccontava cose da far accapponare la pelle.
So che mi attendono giorni molto duri, ed è solo il tuo
dolce sorriso, Lucia, che mi dà la speranza di andare avanti.
Porterò con me il ricordo di questa breve licenza, il ricordo
del tuo viso che vorrò rivedere presto.
Ti abbraccio forte
tuo Luca
Le ultime parole sembravano cancellate, sbiadite come se
qualcuno avesse pianto sopra di esse. Luca ripiegò la lettera con
cura, la rimise insieme con le altre, prese le fotografie che nel
frattempo si erano sparpagliate per terra.
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