Page 64 - Corti di carta
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gli era abituale.
Luca adorava suo padre e avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di
accontentarlo.
Il paese era lì, arroccato pigramente sulla collina e illuminato
dalle striature del sole che moriva.
Giunsero a casa della nonna che era ormai quasi ora di cena. Zia
Pina e zia Maria erano là ad attenderli, mentre lo zio Uccio sarebbe
tornato di lì a poco dal lavoro.
Le zie erano venute con le rispettive famiglie: i cuginetti Orazio e
Carlo, figli di zia Pina, e Noemi, figlia unica e coccolatissima di zia
Maria. Erano tutti fratelli Pina, Uccio, Maria ed Edoardo, papà di
Luca. Uccio era l’unico che non s’era sposato e viveva con la nonna,
ch’era vedova. Poi c’erano i rispettivi mariti delle zie che arrivarono
più tardi.
«Ciao Luca, come ti sei fatto alto!».
«Proprio la faccia di tua madre. E il mento, poi...».
«Quest’anno alla scuola media!».
«Come stanno i tuoi cugini? E la nonna Carla? Dove sei stato al
mare quest’estate?».
«Sai nuotare, adesso? Sapessi come nuota bene Orazio! Carlo no,
è ancora piccolo».
«Dovresti portarlo, sai Edo. Quest’anno abbiamo preso una
casetta deliziosa alla Marina».
Sopraffatto da un fuoco di fila di voci, complimenti, richieste e
saluti, Luca preferì appartarsi con Orazio in attesa che s’incomin-
ciasse a mangiare.
Non aveva molta simpatia per questo cugino quasi coetaneo, ma
così diverso da lui. Si scambiarono delle figurine e delle notizie sugli
amichetti che avrebbero incontrato in seguito.
Quando tutto fu finito e non c’era più nessuno, ed anche l’ultimo
sprazzo di conversazione si era dissolto con le luci che s’erano
infiochite, Luca, ormai a letto, pensò a quello che avrebbe fatto
l’indomani e nei giorni a seguire.
Era così eccitato all’idea che tardò a prendere sonno anche se era
stanchissimo.
«Luca, è già tardi, svegliati». Sua nonna si presentò con la tazzina
di caffè.
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