Page 97 - Corti di carta
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Pensava di essersi liberato di quei ricordi. Che la musica, e gli
            interessi, e la laguna trasognata e splendente avrebbero fatto il resto.
            E invece…
               Ben presto si alzò e proseguì con più lena il cammino verso casa:
            aveva fretta di ritornare, adesso.
               L’aria   s’era   fatta   pungente   e   una   nebbiolina   poco   invitante
            cominciava ad insinuarsi tra le case, mentre l’umidità gli penetrava
            nelle ossa.
               Aveva ripreso completa padronanza e riusciva a guardare con
            distacco la situazione: questa era adesso e chissà per quanto tempo la
            sua vita. Questi gli amici, gli svaghi, le passioni. Questo l’impre-
            vedibile e fascinoso dipanarsi degli avvenimenti futuri.
               Giunto a casa si rasserenò e i suoi pensieri presero il corso
            consueto. Stavolta decise che Berlioz gli avrebbe dato la buonanotte,
            consegnandolo ad un riposo tanto meritato quanto necessario.

               «Com’è  andata ieri sera da Pagnozzi? Vi siete divertiti? Che
            gente c’era?».
               Gli sembrava quasi doveroso rivolgere questa domanda all’amico
            dopo la sua insistenza.
               «È un posto molto carino, sai! C’è un’atmosfera “giusta”, un po’
            bohemmienne, se vuoi. Si può prendere qualcosa e chiacchierare
            contemporaneamente, perché la musica è di sottofondo, molto soft.
            Pagnozzi ci sa fare, ha avuto proprio una bella idea! Eravamo i soliti,
            che tu conosci, poi si sono unite altre persone, delle ragazze che forse
            conoscerai di vista. Una di queste frequenta i nostri corsi».
               «Ha i capelli rossi?».
               «Proprio… la conosci, per caso?».
               Ettore   annuì,  ma   preferì   cambiare  discorso,  come   spesso   era
            abituato a fare per evitare la curiosità dell’amico. Carlo non se ne
            diede per inteso.
               Adesso   l’argomento   più   importante   era   superare   l’esame   di
            solfeggio, che era di lì a poco.

               Pensò che fosse gentile salutarla, finita la lezione e quando tutti
            gli   allievi   sciamavano   verso   l’uscita   in   un   corteo   scomposto   e
            rumoroso.
               «Do-diesis… Si-bemolle… Costanza…».


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