Page 101 - Corti di carta
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risata era franca e aperta, priva di sottintesi. Ma queste sensazioni le
tenne per sé, e dopo avere scambiato qualche battuta, preferì allonta-
narsi.
Tornato a casa, volle continuare a rivivere le atmosfere arzigo-
golate ed i virtuosismi al violino di Bach, Violinkonzerte E-dur und
a-moll. Mise il CD nel lettore e si sdraiò sul divano, con gli occhi
chiusi.
Aveva delle cose su cui pensare, degli elementi nuovi che quasi
piacevolmente lo obbligavano a prendere le distanze da un tessuto di
ricordi che cominciava a diventare ingombrante. La vita accennava
un sorriso, ora, e conveniva raccogliere il suo invito.
Gli avvenimenti presero un po’ la piega che voleva lui, un po’
furono affidati al caso verso cui Ettore aveva un atteggiamento di
attesa distaccata.
I suoi capelli erano sparsi sul cuscino, in un avviluppo setoso. Lei
dormiva ancora, le labbra dischiuse e il respiro corto e regolare. Si
girò dall’altra parte, facendo attenzione per non svegliarla, guardò
l’orologio, con apprensione. C’era tempo, c’era ancora del tempo
prima di rituffarsi nel quotidiano e banale rincorrersi degli eventi.
Pensò di farsi un caffè, poi gliel’avrebbe portato. Ritornò
sbadigliando, dopo aver perso un po’ di tempo nel bagno. Lei non
c’era più, non c’erano nemmeno i vestiti.
Non si stupì troppo: ormai s’era abituato a repentini cambiamenti
d’umore, a fughe improvvise, ad inspiegabili silenzi. Costanza era un
nome del tutto antitetico al comportamento della persona, pensò
Ettore.
Si sforzava di mantenersi calmo, di ragionare, di guardare
obiettivamente le cose, ma non poteva negare a se stesso di essere
incappato in uno di quegli spiriti liberi ed inquieti che compaiono
come un turbine piacevolissimo nella tua vita, la stravolgono, e poi
scompaiono improvvisamente, come certi temporali estivi che non
lasciano traccia di sé, se non un’aria più fresca ed un cielo più terso
per poco tempo.
Ma adesso c’era il saggio di Carlo e doveva affrettarsi ad uscire,
se voleva arrivare. Si vide camminare frettolosamente, riflesso in una
vetrina di passaggio, il collo avvolto in una sciarpa tirata quasi sugli
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