Page 106 - Corti di carta
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l’aiutava affatto, che era ingrata a non capire i suoi sforzi, lei che era
la più grande.
Dell’ultima litigata le era rimasto solo un segno sulla guancia
sinistra, cinque dita brucianti che lei aveva coperto con un’onda dei
suoi capelli castani e lunghi.
Quando aprì lo sportello per prendere il latte da scaldare, lo
scempio compiuto la sera prima la lasciò incredula.
La torta era crollata su un fianco, alcuni frammenti erano rimasti
sul piatto. Istintivamente sbatté lo sportello e si affrettò a completare
la colazione. Velocemente si preparò e mentre la mamma afferrava
Nino, lei infilò il giubbotto e prese lo zainetto.
Scesero affannosamente a piedi perché l’ascensore era occupato,
per risparmiare tempo prezioso.
L’ingorgo cominciava già da sotto casa.
«Lasciami qui, vado a piedi, non è lontano».
«Alle due meno un quarto, fatti trovare all’angolo del fioraio.
Non farmi aspettare come l’altra volta, altrimenti…».
«Sì mamma».
E sbatté la portiera.
Non s’era ricordata neanche di farle gli auguri. Per lei c’era solo
Nino, Nino e basta!
Davanti la scuola incrociò Monica che aveva un montgomery
nuovo scozzese.
«Auguri» e le scoccò un bacio sulla guancia tirandole per scherzo
dodici volte l’orecchio sinistro.
«Ahi! Lasciami». Le dava fastidio se qualcuno le toccava i capelli
o le orecchie.
«Che brutto muso! Non sembri per niente contenta».
E s’avviarono verso il portone della scuola, ché già era suonata la
prima campanella.
Dopo essersi tolta il giubbotto, si toccò la pancia là dov’era
appena più scoperta dalla maglietta corta e dai jeans stretti, a vita
bassa, come si usano adesso. Si era formato un rotolino di grasso,
neanche tanto piccolo che le girava tutt’intorno alla vita, tanto che la
maglietta si sollevava di un bel po’ scoprendola ulteriormente.
«Ciao tesoro, auguri!! Stamattina mi sono dimenticata, sai, nella
fretta! Ho preso dei bicchieri di plastica, con dei tovagliolini e una
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