Page 102 - La via d'uscita
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na un po’ allargata sui fianchi, con la scollatura appena ac-
cennata, come voleva la moda del tempo. E l’acconciatura?
Sì, un velo di pizzo appartenuto alla sua povera mamma,
calato sul viso per poi essere sollevato dopo il momento del
sì. E Filippo? Com’era questo giovane che era stato capace
di catturarla senza troppo faticare? Non poteva desiderare
di meglio. Buono, gentile e premuroso, dedito al lavoro. In-
fatti erano venuti a Catania proprio per sbrigare degli affari
che gli premevano. La casa? Non ne avevano ancora una
loro, stavano con i genitori di lui. Ma era così ampia che
godevano di una certa libertà. Modica? Non mancava il da
fare e, tra le visite ai suoi parenti, le cose da sistemare. Le
relazioni che si dovevano coltivare, non le restava poi tan-
tissimo tempo …
La vivacità di queste descrizioni aveva così tanto coinvol-
to suor Maddalena che la sua espressione era cambiata ed
il suo viso era diventato roseo, come un tempo, nonostan-
te il velo ne incupisse il volto. Era tornata Agnese, quella di
prima.
Adele tacque, rendendosi conto, quasi improvvisamen-
te, che la situazione era del tutto mutata e che adesso toc-
cava a lei chiedere di raccontare, e l’espressione della sua
interlocutrice le fece presagire che questo resoconto non
sarebbe stato così piacevole come il suo.
Ci fu una lunga pausa di silenzio tra le due: giusto il tempo
per riflettere sulle cose da dire e per cambiare registro. Dal-
la gioia si passava a qualcosa di più penoso, molto vicino
al dolore. S’erano sedute in un angolo appartato del chio-
stro, su una panchina di pietra accanto al colonnato. Nel
pieno dell’inverno il giardino appariva spoglio, disadorno.
Gli alberi senza foglie stiracchiavano i lunghi rami stecchiti
verso un cielo senza voli, interamente occupato da rottami
di nuvole dalle forme spezzate e sfrangiate. Presto sarebbe
stato buio. Fu la volta di Adele di ascoltare in silenzio e con
compunzione la triste storia che l’amica le raccontava. Mo-
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