Page 41 - La via d'uscita
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Catania, l’aveva collocata presso le monache della Madon-
na dell’Ascensione, la cui priora era sua cugina. Ascoltando
la tranquillità con cui raccontava questi tristi avvenimenti
della sua vita, Agnese se ne sentì subito attratta. Quanto le
sarebbe piaciuto se fossero diventate amiche!
Spesso la giovane Trigona passava il pomeriggio in cu-
cina, divertendosi ad assistere alla preparazione dei dol-
ci che era affidata alle monache addette all’incombenza:
suor Serafica e suor Immacolata.
Quest’ambiente le ricordava molto la casa di villeggia-
tura, con tutti gli attrezzi che servivano allo scopo, con la
dispensa molto ben fornita dalle campagne e dai possedi-
menti portati in dote dalle componenti nobili del conven-
to.
Con l’avvicinarsi della festa dell’Immacolata le infaticabili
suore preparavano i dolci che sarebbero stati in parte
distribuiti tra la popolazione conventuale ed in parte
venduti.
Serafica o Serafina, come la chiamavano le altre, mostra-
va un’indole del tutto diversa dal suo nome: Bassa, tar-
chiata, con un’accentuata pinguedine, era quasi sempre
arruffata e collerica; raramente teneva la lingua a freno
quando impartiva ordini alla sua sottoposta, che, essendo
molto più giovane di lei, da lei doveva prendere ordini. Ne
seguivano delle baruffe assai comiche se guardate dall’e-
sterno, ma che le fruttavano delle terribili reprimende da
parte della superiora, di cui poi era sempre la prima a do-
versi pentire, chiedendo pubblicamente scusa nel momen-
to della confessione collettiva.
Un pomeriggio prima della festa Agnese vi aveva condot-
to Adele per farle conoscere il convento, e proprio mentre si
aggiravano curiose tra farine, zucchero e latte, le due suore
erano occupate ad impastare, spianare e riempire dei can-
noli che stavano trasferendo su un vassoio. Poi avrebbero
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