Page 38 - La via d'uscita
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che incauta, da lungi, nei boschi di Creta pastore colpì,
                 seguendola in caccia, nel corpo lasciò il ferro alato,
                 senza saperlo: e lei, fuggendo, corre le selve, le forre
                 ditèe, ma è fonda nel fianco la freccia mortale”

              Leggeva Agnese, e come rapita dalla semplicità potente
            di questi versi, non solo immedesimandosi nel contenuto,
            ma avvertendo la malia che promanava da essi, cominciò
            a sentire il desiderio di imitare, di possedere essa stessa la
            capacità di scriverne dei suoi. Comprese che doveva ancor
            più e meglio leggere. Per capire i luoghi, i personaggi, i miti
            che venivano evocati e senza la conoscenza dei quali mol-
            ti elementi le sarebbero sfuggiti, non afferrandone piena-
            mente il senso. La candela era diventata ormai un moccolo
            morente quando la povera regina sconfitta e beffata da un
            fato inesorabile, decide di porre fine alla sua infelice esi-
            stenza, e si dà la morte, compianta dalla sorella, essa stes-
            sa ingannata dalla tragica messinscena.
               Beveva Agnese queste parole ad una ad una: attratta dal
            binomio inscindibile di amore e morte, decisa a prolunga-
            re e a riprodurre in tutti i modi il piacere provato nella sua
            solitaria lettura.























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