Page 39 - La via d'uscita
P. 39
IL NASTRO DI RASO
Quell’anno il ritorno dalla villeggiatura fu particolarmen-
te pesante per Agnese, che mordeva il freno e cominciava
ad avere in antipatia il ritorno al convento, ma non solo per
lei. Donna Assunta aveva scoperto la tresca tra Concetta e
lo stalliere e aveva fatto fuoco e fulmini, predicando che la
loro era una casa onorata, che certe cose erano intollerabi-
li, anche per il cattivo esempio che potevano dare ad occhi
innocenti. Si sposassero almeno …
I servi commentavano la cosa ridacchiando con una vo-
luttà sarcastica e piena di sufficienza per la padrona:
“Parla lei, proprio lei che ha tante corna quanto un cesto
di lumache ...”
“Si vede che certe cose non le digerisce proprio, lei, che si
ciba solo di acquasanta e Pater, Ave e Gloria ...”
Ma c’era anche chi nutriva una malcelata antipatia per la
palermitana e ci dava sotto con commenti pepati, camuf-
fati da un incontenibile quanto ingiustificato campanili-
smo. Qualche serva delle più anziane aveva mal digerito la
sveltezza, l’avvenenza e l’operosità di Concetta.
La ragazza fu costretta a fare fagotto e a cercarsi un al-
tro lavoro; l’epidemia era cessata e quindi poteva rimanere,
giusto il tempo necessario per sbrigare le sue cose e poi …
via per altri lidi.
Agnese non fece una piega e fingendo di essere comple-
tamente ignara della cosa, mostrò in pubblico un disinte-
resse che in realtà non provava, ma quando ebbe modo
di trovarsi da sola con la reproba, leggendo nei suoi occhi
l’angoscia e l’incertezza per la situazione in cui s’era venuta
a trovare, la confortò come meglio poteva e sapeva fare.
Non aveva dimenticato le sue premure e l’affetto che si era
consolidato negli anni e la guardò fissamente mentre le di-
ceva:
“Sai che puoi contare su di me, puoi venire in convento, e
37