Page 94 - La via d'uscita
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ne, con le mani che si cercavano e si davano conforto con
            carezze sempre più audaci, con le lingue che si rincorreva-
            no, avvinghiandosi in un intreccio sempre più profondo.
              Per un attimo fu tentata di replicare da sola questo go-
            dimento, complice la sottile camicia da notte, come se le
            sue mani fossero quelle di Adele, come se il solo pensiero
            potesse sostituire i movimenti del corpo.
              Ebbe paura, si pentì di queste pulsioni che così poco si
            confacevano al suo stato attuale e dalla piacevolezza del
            ricordo passò al pentimento; cominciò a recitare forsenna-
            tamente il santo Rosario, preghiera dopo preghiera, posta
            dopo posta, finché il sonno non ebbe la meglio.
              Questo delirio l’accompagnò parecchie notti, turbando-
            la e rendendola pallida, contornandole gli occhi con segni
            bluastri. Ad esso si associava la consapevolezza che non vi
            fosse alcun rimedio a ciò, che la sua vita futura sarebbe sta-
            ta una sequela ininterrotta di doveri e sacrifici, intervallata
            solo da qualche ricordo piacevole destinato ad affievolirsi
            poco per volta.
              Sentì allora la necessità di confessarsi aprendo il suo cuo-
            re a Chi solo poteva perdonarla e comprenderla.

              Padre Lorenzo, gesuita, da poco prestava la sua opera di
            predicatore e di confessore presso il convento dell’Ascen-
            sione.  Vivamente raccomandato dal  Vescovo per i suoi
            trascorsi missionari, dimostrava una cultura vasta e pro-
            fonda, ed una capacità affabulatrice non comune, unite
            ad una semplicità di modi con i quali riusciva a mettere a
            suo agio l’interlocutore, sia stato esso un alto prelato o una
            semplice conversa. La figura alta, asciutta e diritta faceva
            subito pensare ad un’età giovanile, ma l’espressione grave
            del volto in cui si stagliavano due occhi acuti e penetran-
            ti di colore indefinibile e cangiante, contornati da evidenti
            segni di espressione, dimostravano una grande esperienza
            di vita, maturata tra genti di cultura diversa.


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