Page 77 - Tempo scomposto
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Anna, molto sicura dei suoi fatti.
Ma i passi di Damiana erano stati controllati da emissari
della santa Inquisizione che avevano seguito i suoi sposta-
menti in luoghi dove si erano riscontrati alcuni contagi;
il suo fare furtivo e dei fagotti che portava con sé avevano
avvalorato l’ipotesi che potesse avere a che fare con qual-
cosa di losco; la permanenza prolungata nella stanza di
Anna era stata notata e denunciata da una cameriera della
duchessa gelosa per essere stata allontanata da lei. Non ci
volle molto che i sospetti s’ingigantissero e portassero gli
Inquisitori ad intervenire, spinti in ciò dalle dicerie popo-
lari che temevano che il morbo si propagasse anche in pro-
vincia di Catania che finora ne era stata esente.
Gli inquisitori erano tre, due domenicani ed un gesuita
che il giorno successivo si recarono presso il convento di
sant’Agostino per avere notizie più dettagliate sulla fami-
glia che abitava il castello e su Damiana.
Il priore li guardava con un poco di timore: sapeva quan-
to potesse essere implacabile ed incalzante la loro indagine
e cercò di rispondere in modo rassicurante.
Il primo domenicano esordì chiedendo se aveva notizie
di sortilegi, di malefici, di atti di magia e stregoneria com-
piuti da parte di qualche donna, perché c’erano indizi che
qualcuna di esse avrebbe potuto diffondere la peste che
imperversava a Messina.
- Ma, dovevate venire proprio qui a chiederlo? Tutta la
Sicilia è piena di donne che curano i malanni con formule
magiche, dove mettono anche i nomi dei santi, che cono-
scono erbe miracolose, che vedono nel futuro…Che fac-
ciamo, le bruciamo tutte? Ci sarebbero più fuochi che per
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