Page 74 - Tempo scomposto
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ricette segrete.
Abitava col padre anziano in una casupola di campagna,
tra Adrano e Bronte e avendo dei parenti in prossimità di
Messina, spesso si assentava per andare a trovarli o per pre-
stare la sua opera “assistenziale” che non rifiutava mai a
nessuno.
Eppure, nonostante quest’aspetto innocuo ed altruisti-
co della sua attività, Damiana non godeva di buona fama,
almeno non fra tutti. Le suore del monastero di santa Lu-
cia e i frati del convento di sant’Agostino sapevano che
lei non aveva niente a che fare con la magia nera e, all’oc-
correnza, si servivano della sua arte. Ma c’era chi la vedeva
come fuliggine negli occhi, trovando qualcosa di losco e
di poco chiaro in ciò che faceva e molte dicerie circolava-
no sul suo conto, simili a quelle che si appuntavano sul-
le donne come lei: sole, indipendenti e dotate di capacità
non comuni. Probabilmente era solo invidia mascherata. I
pregiudizi stregoneschi regnavano ancora, soprattutto nei
piccoli centri e nelle campagne desolate della Sicilia, anche
in quel 700 che si avviava a grandi passi a combattere l’i-
gnoranza e le superstizioni.
Da tempo prestava servizio regolarmente presso la fami-
glia di don Diego, barone di Paternò e Raddusa che abita-
va nel castello di Adrano, dove da poco si erano svolte le
nozze di Bernardo, suo figlio, con la duchessina Anna di
Altavilla proveniente da una ricca e nobile famiglia cata-
nese. Proprio alla duchessina Damiana aveva dedicato le
sue attenzioni, forse vedendola sola e spaesata. La giova-
ne infatti aveva patito molto il fatto di essersi allontanata
dalla sua casa di Catania per convolare segretamente alle
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