Page 73 - Tempo scomposto
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l’esperienza le aveva dato, Mirta riuscì a capire e a decifrare
              il contenuto dell’opera.
                L’ignoto autore raccontava, alternando i versi con la pro-
              sa, la storia di una povera donna del popolo accusata di
              avere voluto con intenzionalità diffondere il morbo della
              peste proveniente proprio da Messina.
                “Damiana portava una crocchia di capelli neri, arrotolati
              in cima al capo; il viso era di un ovale allungato, la pelle
              olivastra, cotta dalle lunghe permanenze  sotto il sole co-
              cente; tutto suggeriva in lei un’arcana bellezza, a metà tra
              l’umano e l’animalesco, cosa forse che le era derivata dal
              rapporto molto stretto con quella parte del creato; aveva
              un’età indefinita tra i trentacinque ed i quaranta, portati
              male, con la schiena che s’era incurvata per l’abitudine di
              caricarsi di pesi fin da piccola: ceste di biancheria al lavato-
              io, fascine di saggina e di fieno agli animali da accudire, ro-
              toloni di roba da buttare via ogniqualvolta la sua padrona
              glielo richiedesse. Ma non si stancava mai, anzi cercava di
              nascondere le sue fatiche attraverso una bonomia ciarliera
              e confidente che si estrinsecava nell’intenzione di volere
              aiutare gli altri, soprattutto le donne. Ad esse dispensava
              non solo consigli, ma anche medicamenti e rimedi natu-
              rali fabbricati dalle sue mani con l’esperienza che la cono-
              scenza delle erbe e delle radici della campagna le davano.
              Ascessi dentali, dismenorree, cefalee, disturbi intestinali,
              nevralgie, distorsioni degli arti inferiori, bruciori e pruriti
              di provenienza non meglio identificata venivano presta-
              mente diagnosticati e aggrediti con la giusta terapia che
              lei sola era in grado di somministrare attraverso decotti,
              infusi, tisane e cataplasmi di sua esclusiva fattura secondo


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