Page 95 - Tempo scomposto
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Una mia amica mi aveva informato dell’uscita del film
“La teoria del tutto” che parlava in forma romanzata ed
edulcorata del grande fisico inglese Stephen Hawking, af-
fetto anche lui di SLA che nonostante la malattia era riu-
scito a portare a compimento i suoi studi sulla fisica quan-
tistica e sui buchi neri, ricevendo dal presidente Obama
la Medaglia Presidenziale della Libertà, la più alta onori-
ficenza degli Stati Uniti. Volli vedere il film, fortemente
indecisa se proporlo a Manlio.
Lo avrebbe accettato? Si sarebbe immedesimato nel per-
sonaggio oppure avrebbe avuto una sorta di ripulsa? Che
impatto poteva avere sulla sua psiche vedere rappresentate
le sue difficoltà motorie? Lo avrebbe aiutato a considerarle
con distacco o avrebbe accentuato la sua sofferenza?
Ricordo che apprezzai molto il film e soprattutto la bra-
vura dell’attore che era riuscito così bene a storcere i suoi li-
neamenti e ad adeguare con grande maestria la sua mimica
facciale e corporea a quella di un malato di SLA. C’era un
aspetto che il film metteva in rilievo, e cioè la grande forza
di volontà dello scienziato che lo aveva portato non solo
ad accettare la sua condizione e la difficile situazione fami-
liare, ma a proseguire con successo i suoi studi nel campo
della ricerca, ottenendo consensi a livello internazionale.
Mi consultai con qualche amico che godeva della mia sti-
ma, e tutti affermarono che l’opera conteneva dei messaggi
positivi che forse potevano spingere Manlio a sopportare
meglio la sua malattia e a superare la depressione che ne
era seguita. Con molta cautela, pronta ad interrompere
la visione del film non appena avessi intravisto qualche
segno di disagio o di disappunto da parte sua di fronte a
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