Page 98 - Tempo scomposto
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so lì perché lo cogliessi senza farmi troppe domande. Sono
venuti due figli, un maschio e una femmina, a due anni di
distanza l’uno dall’altro, mentre io continuavo ad inerpi-
carmi faticosamente nei labirinti di un lavoro che avevo
sicuramente sottovalutato: non basta la bravura o l’impe-
gno, ma occorre anche la lungimiranza di comprendere
i risvolti e le sfumature che si annidano nel non detto e
nel non esplicitato. Confesso che la mia ingenuità mi ha
nuociuto facendomi pagare a volte un prezzo troppo alto.
Tenevo tutto dentro di me, preoccupato solo di non fare
mancare nulla alla mia famiglia, senza accorgermi che il
solco che s’era creato dopo gli entusiasmi iniziali si accen-
tuava sempre di più, fino a portarci ad una rottura com-
pleta. Non ho nulla contro di lei, le voglio ancora bene,
ma la sua decisione di andarsene per sempre dalla mia vita,
all’inizio l’ho subita parecchio, l’ho vissuta come un’in-
giustizia intollerabile.
Poi è cominciato il lento lavoro della ricostruzione, del-
la riappropriazione degli spazi che avevo inevitabilmente
sacrificato. Mi chiedi se ho divorziato? Sì, sono libero da
parecchi anni ed i miei figli che sono riusciti, dei bravi ra-
gazzi sono però lontani, in giro per il mondo ed ogni tanto
ci sentiamo. Hanno la loro vita.
Così anche lui aveva parlato: una storia simile a tante,
sicuramente meno dolorosa della mia che avevo riempito
interamente con l’ultimo, insopportabile segmento. Mi
chiesi com’era stata prima, prima della malattia, intendo,
e mi tornarono alla mente mille frammenti scomposti e
disordinati, alcuni belli e radiosi, altri decisamente sgrade-
voli e da dimenticare. Così è per tutti, commentai tra me
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