Page 129 - Corti di carta
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ACCANTO AL FIUME





               Là, dove gli alberi si diradavano e solo qualcuno lasciava cadere i
            suoi rami penduli sul terreno ciottoloso, l’acqua si diffondeva intorno
            come un lenzuolo trasparente e si poteva sentire il gorgoglio del
            fiume che solo qualche metro prima aveva superato il dislivello del
            letto con un salto sonoro.
               Un tonfo, dopo un percorso lieve e silenzioso, districandosi tra
            canneti e qualche ciuffo di cespuglio spinoso.
               Era facile, quando il sole cominciava a rischiarare appena l’aria
            fredda, sentire tutti i rumori che gli uccelli della foresta emettevano.
               Un pigolio appena accennato che diventava cinguettio e canto
            aperto e disteso, non appena le cime degli alberi s’infuocavano e i
            raggi penetravano tra le fronde.
               Ma si era in un aprile freddo che spegneva ogni rumore, rendendo
            l’aria ovattata e penetrante.
               Proprio là, dove una curva più accentuata s’avvicinava maggior-
            mente al tracciato della strada bordato di cespugli ed arbusti nodosi,
            sorgeva la capanna.
               L’uomo   vi   abitava   da   sempre;   da   quando   aveva   deciso   con
            irrevocabile determinazione di lasciarsi alle spalle tutto ciò che in
            passato aveva costituito il filo della sua esistenza. E nessuno sapeva
            nulla di lui, né lui avrebbe rivelato ad alcuno le pieghe nascoste della
            sua esistenza.

               Impediti dall’intralcio dei pesanti scarponi, ma rincuorati da un
            promettente chiarore di cui ormai si potevano vedere le striature
            luminose sul terreno, tre ragazzi ed un cane percorrevano pigramente
            il sentiero che costeggiava il fiume.
               «Qui, Flick, qui subito». Il cane si era allontanato per andare ad
            annusare e a zampettare vicino all’argine. Il ragazzo più grande
            fischiò   per   richiamare   l’attenzione   dell’animale.   Si   guardarono,
            ridendo, con un gesto d’intesa.
               Ormai il sole era alto e avrebbero potuto dedicarsi al loro sport
            preferito, almeno al momento: cacciare ranocchi e raccogliere i girini
            che nuotavano nell’acqua bassa.


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