Page 134 - Corti di carta
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amante della natura e della vita solitaria e meditativa. Un uomo
coltissimo e un po’ tocco che aveva deciso così di trascorrere i suoi
ultimi anni…».
Il Lungo ansimava un po’, sorpreso dal fatto che l’uomo, nono-
stante la sua età, fosse così sciolto. Avevano passato un cammino
così fitto di alberi e di cespugli, che non si vedeva più il fiume, ma
solo si poteva sentire il gorgoglio dell’acqua scrosciante.
Adesso si trovavano nella radura, nel posto prescelto per la pesca.
Il ragazzo ebbe un moto di sorpresa a vedere un paesaggio del
tutto diverso dal precedente, ma così particolare da mozzare quasi il
respiro.
S’era nel punto in cui il fiume faceva come una strozzatura, dopo
essere cascato tra due pareti di roccia lavica profondamente incise da
una serie di linee parallele che creavano delle strutture fasciformi e
continue, sfalsate al loro interno in diversi piani, come le quinte di un
palcoscenico.
In basso della cascata, l’acqua stagnava dopo essere precipitata da
un ragguardevole dislivello.
«È qui che ci dobbiamo fermare» e indicò uno spuntone di roccia.
«Se c’è qualche luccio lo troveremo qui, dove l’acqua si ferma. E se
saremo fortunati potremo anche farne una bella scorpacciata. Se no,
ripiegheremo su qualche anguilla. Ce ne sono sempre in abbon-
danza».
S’era accomodato intanto sulla pietra, sciorinando tutto il suo
corredo artigianale di pescatore incallito:
«Questi sono gli ami, ma ora preferisco gli uncini più grossi, ché
potrebbe capitare qualcosa di grosso… o se no tu puoi provare con
questa canna più piccola. Se avessimo gli stivali potremmo andare a
guado e tentare col retino, ma dobbiamo accontentarci di fare la
posta, così, va bene?».
E lo guardava, con gli occhi socchiusi, come se fosse assorto nella
contemplazione di qualcosa che solo lui vedeva.
Il Lungo lo ascoltava quasi soggiogato e sembrava assorbire tutto
quello che il vecchio gli insegnava: mai nessuno gli aveva dedicato
così tanto tempo, né suo padre che aveva sempre premura e sapeva
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