Page 151 - Corti di carta
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sugli occhi di un blu incredibile.
               Se n’erano accorte da tempo le donne del paesino in cui era
            piombato   inaspettatamente   sette   anni   prima,   dopo   il   fortunoso
            acquisto e la ristrutturazione del villino liberty di cui sopra.
               Alcune, come la vedova del farmacista dell’unica farmacia sita
            nella piazza principale, e la figlia del medico condotto da molto
            tempo in età da marito, non s’erano limitate a sospirare di nascosto,
            ma avevano fatto conoscere più esplicitamente le loro intenzioni con
            SMS e soffiate di vario genere.
               A   queste  attenzioni  il  nostro  aveva  sempre  risposto  con  una
            divertita e incurante indifferenza, abbassando gli occhi assassini e
            increspando leggermente le labbra, segno questo di supremo disin-
            teresse.
               Le poverette avevano dunque desistito dal manifestare ancora la
            loro  disponibilità,  limitandosi   a  scrutarsi   con   occhio   critico  allo
            specchio, chiedendosi il perché, dato che il loro aspetto era tutt’altro
            che sgradevole. Ed il loro portafoglio discretamente pieno.


               Sta di fatto che la vita privata di Lorenzo appariva nebulosa ed
            incerta, come i cieli autunnali del paesino lacustre. Qualcuno diceva,
            e sapeva per certo che era stato sposato giù, in Sicilia, e quando la
            crisi coniugale era divenuta insostenibile, alla separazione era seguita
            una fuga precipitosa ed un taglio netto col passato, e quindi il
            ricovero   in   questo   tranquillo   lembo   acquatico   che   stemperava   i
            bollori e ovattava nelle sue brume fumose le ferite ancora brucianti.
               Ma a chi gli chiedeva come mai fosse capitato lì, rispondeva
            immancabilmente che era stata la sua passione per i fumetti a fargli
            scegliere una sede non troppo lontana dalla metropoli lombarda con
            cui potere intrecciare rapporti lavorativi, e sufficientemente tran-
            quilla per esercitare al meglio la sua creatività.
               Parlava poi della sua famiglia d’origine, attaccatissima alle tradi-
            zioni e per ciò stesso oppressiva e soffocante. Alla sua laurea in
            architettura mai spesa in campo lavorativo, alla conduzione dei beni
            familiari. Il tutto vissuto come un fastidioso viluppo di circostanze da
            cui era potuto sfuggire solo ad un’età ragguardevole, quando ormai
            le persone pensano a tirare i remi in barca e fanno progetti per i figli
            e per la famiglia, lui aveva approfittato della morte del padre per
            comprare il villino e tagliare i ponti con un passato fastidioso e


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