Page 113 - Corti di carta
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verdastri di Morgana e la fronte spaziosa come la sua, magari.

               La voce dell’altoparlante lo fece tornare alla realtà: La tempera-
            tura al suolo è di 18 gradi… Il Comandante e la Compagnia si
            augurano di avervi presto a bordo…
               Adesso doveva tornare alla realtà, doveva essere molto lucido per
            sbrigare “l’affare” che gli aveva affidato il capo.

               L’uomo lo guardava con aria interrogativa e presto la sua faccia
            larga e sanguigna si spianò in un sorriso che mostrava troppi denti.
            Andrew si soffermò per un attimo ad osservare le sue dita grosse
            dalle unghie quadrate: cilindretti di carne su cui brillava un anello
            d’oro con un piccolo rubino incastonato nel centro.
               Era sicuro che le amicizie del capo non erano troppo raccoman-
            dabili, che i suoi affari non erano proprio al top della correttezza, ma
            neanche lui poteva andare troppo per il sottile. Morgana lo aveva
            inchiodato con delle richieste molto esose e doveva farvi fronte, e
            aveva bisogno di denaro, di molto denaro. Lavorava ad ogni ora del
            giorno e della notte, sempre pronto a correre per fare un pezzo o
            un’indagine laddove ce ne fosse bisogno.
               La conversazione fu molto sbrigativa: Andrew sapeva che doveva
            ritirare una cartella di documenti e depositarla in una cassetta di
            sicurezza all’aeroporto di Cleveland, dove sarebbe atterrato col volo
            successivo e dove qualcuno l’avrebbe presa. Non sapeva altro e non
            voleva saperlo.

               Quando fu di nuovo sull’aereo, posò nel ripiano-bagagli la borsa
            che aveva aperto precedentemente per sincerarsi che non contenesse
            denaro o qualcosa di compromettente. Erano solo delle cartelle. Ciò
            gli bastava. Si tuffò quindi nella lettura dell’ultimo numero del Daily
            Observer che aveva trovato nel posto accanto al suo.

               Il capo gli diede il compenso che avevano pattuito per l’affare e
            lo congedò con uno sbrigativo «Chiedi a Sam quello che devi fare. Io
            aspetto delle telefonate». e si attaccò alla cornetta.
               «Oh, Andrew, proprio te cercavo». I suoi occhi, piccoli come due
            capocchie di spillo, lo guardavano con aria interrogativa. Anzi no,
            “sembravano due teste di chiodi piantate proprio lì, in mezzo alla


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