Page 117 - Corti di carta
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mente la sua fisionomia.

               Liza lo fece attendere un po’ prima di aprirgli la porta. Sgranò gli
            occhi piccoli e grigi. Ma sembrava piacevolmente sorpresa della
            visita. Gli offrì da bere, si esternò in una conversazione sconclu-
            sionata, saltando di palo in frasca, come faceva spesso, del resto.
               Ma Andew voleva sapere, voleva saperne di più del rapporto che
            legava le due donne, voleva squarciare quell’alone di mistero che
            avvolgeva Morgana rendendola così distante e quasi irraggiungibile.
               Una frenesia rabbiosa gli saliva fino agli occhi, lo agguantava alla
            gola e rendeva corto il suo respiro.
               Ogni volta che credeva di essersene liberato, ecco che la presenza
            di Morgana lo scuoteva e lo faceva tornare alla realtà.
               Cercò di dissimulare questi sentimenti con Liza, finse di essere
            carino e garbato: non doveva farle capire perché era lì veramente.

               L’udienza con Morgana era fissata per il prossimo mercoledì;
            Andrew cercava in tutti i modi di scacciare questo pensiero dalla
            mente. Fece un salto al giornale per accertarsi che tutto procedesse
            per il meglio e che il suo articolo fosse stato stampato. Trovò Sam
            che era impegnato in una conversazione al telefono, fece quattro
            chiacchiere con Veronica.
               Del capo, nemmeno l’ombra. «È fuori per affari» gli fu detto.
               Tornò allora a casa, armeggiò un po’ con i bonsai, cominciò a
            leggere un trattato sulla politica dei paesi sub-sahariani che un suo
            amico gli aveva regalato. Era martedì.

               L’indomani,   all’udienza,   Morgana   non   c’era.   Avanzò   le   sue
            richieste,   precise   e   puntuali   come   un   ingranaggio   ad   orologeria
            attraverso la voce atona e metallica del suo avvocato. La pratica
            andava avanti, ormai si era alle battute finali. L’ultimo atto sarebbe
            stato la pronuncia della sentenza che non avrebbe tardato a venire.
               Fuori dal tribunale incontrò Peter che non vedeva da tempo: sape-
            va della causa di divorzio e gli diede alcuni consigli, dal momento
            che era un avvocato.

               Ancora una notte insonne, trascorsa in un incessante rigirarsi da
            un lato all’altro del letto, aggravata dal picchiettare di una pioggia


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