Page 119 - Corti di carta
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«Bene, grazie, tu? Ho con me una bottiglia di buon vino che mi
            hanno regalato proprio oggi. Volevo sapere… dirti se potremmo
            berlo insieme con qualcos’altro, certo! Ordiniamo dai cinesi, o dove
            vuoi tu.
               Da te o da me. Come vuoi… A dopo».

               «Andrew, tesoro, hai una faccia…». L’uomo non ci fece caso.
            Liza diceva “tesoro” a tutti quelli che capitavano sotto il suo raggio
            d’azione. Era così: svampita e svagata, ma in fondo così buona,
            almeno così sembrava.
               Lo accolse con un tubino nero e aderente, cortissimo. Era senza
            trucco, con le scarpe molto basse.
               La prese alla larga. «Hai sentito Morgana da recente?».
               Sorrise maliziosamente.
               «Andrew, Andrew, tu sei ancora innamorato di lei, dimmi  la
            verità». Si schermì senza troppa convinzione, compiacente, attento a
            non   spingersi   troppo   oltre   perché   non   voleva   illudere   nessuno,
            tantomeno lei.

               Coltivare bonsai non era una passione proprio recente. Gli era
            venuta dopo un viaggio in Giappone che aveva fatto qualche anno
            prima per fare un’inchiesta sulla new economy dei paesi industria-
            lizzati.
               Gli piaceva molto l’idea di intervenire così tanto sulla natura da
            poterla modificare a proprio piacimento; stava a volte delle ore a
            leggere libri e trattati sull’argomento, sempre alla ricerca di qualche
            segreto in più, di qualche accorgimento poco noto, ma indispensabile
            alla crescita dei suoi alberelli. Morgana lo prendeva in giro, non
            sopportava la sua dedizione maniacale su quei tronchetti nodosi e
            rugosi, dall’aria malsana.
               Lei voleva sempre uscire, divertirsi, stare al centro dell’atten-
            zione, in un turbinio incessante di situazioni e intrecci sempre nuovi,
            sempre diversi.

               Sam glielo disse proprio quando stava per addormentarsi, all’una
            di notte, dopo una serata tranquilla, a casa, con i suoi bonsai.
               «Hanno trovato il cadavere di Samantha Preston. Si pensa che sia
            morta per overdose. L’hanno trovata a Cleveland, in un albergo fuori


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