Page 144 - Tempo scomposto
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testuale e personale, si aggiungeva quest’altro tarlo non
meno subdolo e sottotraccia.
Non voglio dire che Antonio fosse sgarbato o arrogan-
te nei miei confronti, anzi, mi riempiva di attenzioni, co-
gliendo per me i frutti più saporiti ed offrendomeli con
una devozione a volte commovente. Non ci fu mai un atto
di violenza nei miei confronti -lui si dimostrava un aman-
te tenero e appassionato-, ma allo stesso tempo percepivo
la sgradevole sensazione di sentirmi come ingabbiata in un
ruolo imposto, come se tutto quello che facevo dovesse es-
sere preordinato, compiacente e funzionale all’evenienza.
Mi sentivo come invischiata in una doppia trappola: quel-
la della situazione che tutti stavamo vivendo e che m’im-
pediva di partire e di raggiungere i miei cari e quella mia
personale che mi teneva avvinghiata, costretta da qualcu-
no che mostrava la ferrea volontà di non mollarmi mai.
Ma i giorni scorrevano e marzo passò; eravamo giunti
alle porte della santa Pasqua che si preannunciava anoma-
la e solitaria come non mai.
La telefonata di Bianca mi sorprese nel cuore della notte,
quando ero già addormentata e stavo sognando qualcosa
che somigliava a lei.
- Mamma, devo dirti una cosa…terribile! Papà è peggio-
rato nella giornata di ieri. Sembrava tutto sotto controllo,
era anche migliorato, stava riprendendo le sue abitudini,
ma nel pomeriggio…è come se fosse crollato… Adesso è a
letto, non dà segno alcuno di conoscenza. Abbiamo preso
un’infermiera e la zia è qui con me e sono un poco più
tranquilla, ma temo il peggio. Devi tornare, devi fare il
possibile…prima che sia troppo tardi-
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