Page 146 - Tempo scomposto
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sieme e alla quale io, troppo debole e provata per opporre
resistenza, mi abbandonai. Di quella notte ho un ricordo
dolce e terribile nello stesso tempo, come di una cosa che
non si sarebbe più ripetuta. Ricordando a mente serena e
a distanza di tempo, assimilo quella trascorsa con Antonio
all’ultima notte che avevo passato a Matera con Manlio,
quando avevamo riscoperto insieme la gioia di stare insie-
me, a dispetto delle noie quotidiane. Non sapevamo allora
cosa ci attendeva, mentre invece potevo intuire quello che
avrei trovato una volta scesa dal treno. Ebbi la sensazione
di percorrere un cammino già segnato.
Era da poco sorto il sole quando Mirta e Antonio arri-
varono alla stazione; lei visibilmente stordita, dopo una
notte quasi insonne, lui cupo e accigliato come non mai.
Poche parole, solo l’essenziale. Mirta comprò il giornale e
mentre aspettavano che il treno arrivasse lo aprì e comin-
ciò a leggere i titoli avidamente, come se fosse sola e chi
l’accompagnava non fosse lì, accanto a lei. L’argomento
principale, che occupava parecchie colonne era una serie
di commenti sui provvedimenti anti-covid che prescrive-
vano le celebrazioni della prossima Pasqua a porte chiuse.
L’argomento era impegnativo e Mirta rimandò a dopo,
quando fosse stata sul treno, la lettura di questi articoli.
- Il viaggio è lungo, cosa faccio? Come passo il tempo? -
pensò senza esternare le sue riflessioni.
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