Page 24 - Tempo scomposto
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gli amici erano dispersi un po’ dovunque, come se l’iscri-
zione all’Università avesse liberato e indotto alla diaspora
un potenziale umano costretto prima ad uniformarsi e
contenersi entro confini prestabiliti. Costretta a vagare tra
una stanza ed un’altra, riempita dalle coccole soffocanti di
mia madre e mia nonna, ma soprattutto di quest’ultima,
che vedendomi un giorno troppo pallida, il giorno dopo
troppo magra, cercava di colmare le presunte, vistose ca-
renze di un’alimentazione non casalinga e quindi scarsa di
vitamine e sostanze nutrienti, con saporitissime pietanze
cucinate dalle sue mani sapienti. Non mi rimaneva altro
che andare da Angela, una mia compagna di scuola delle
elementari che aveva scelto di non proseguire gli studi e di
rimanere in paese anche a causa delle precarie condizioni
di salute di sua madre.
Ma ben presto mi annoiai a sentir parlare di questo e di
quello e a rievocare il tempo passato a scuola, la maestra,
i compagni; questi discorsi accentuavano il distacco che
s’era ormai creato tra noi: con la scusa di aiutare mia ma-
dre non ci andai più, aspettando con ansia il momento di
tornare in città.
Il ritorno dalle vacanze di Natale fu comunque un perio-
do tumultuoso, ricco di novità e di cambiamenti; ricordo
che avevamo deciso di studiare seriamente per affronta-
re gli esami della prossima sessione estiva, ma Luana mi
spingeva a non chiudermi nel cerchio della mia stanzetta,
bensì ad alternare studio e divertimento, e se divertimento
voleva dire assistere ad una riunione politica del Comitato
studentesco, piuttosto che un cinema d’essai, o una pas-
seggiata per negozi, o una festa un po’ pazza in qualche
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