Page 30 - Tempo scomposto
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giorno, salotto e diedi sfogo alla mia creatività finora ine-
spressa, dipingendo un vecchio baule e decorandolo con
dei motivi floreali, cosa di cui fui molto orgogliosa. Ma la
cosa che mi piaceva di più e che ero riuscita ad ottenere col
pieno accordo di Marina fu l’assegnazione della stanza che
si affacciava sul cortile interno e che solo con molta imma-
ginazione si poteva paragonare ad un giardinetto: lei non
fece obiezioni, scegliendo l’altra stanza -leggermente più
grande- che dava sulla strada, incurante dei rumori not-
turni. Quel piccolo spazio interno divenne così l’oggetto
delle mie manovre naturalistiche, con l’intento che l’avrei
trasformato in un angolo pienamente godibile soprattut-
to nel periodo estivo. Comprai così dei grossi vasi colmi di
terriccio con i quali circondai l’intero perimetro dell’area
a disposizione, piantai delle piante ad alto fusto che cre-
scendo avrebbero nascosto le brutture del muro di cinta e
qualche rampicante; più avanti vi avrei collocato qualche
sedia per esterni ed un tavolinetto; immaginai anche che
vi si poteva persino mangiare nelle serate appiccicose d’e-
state!
L’ansia di preparare gli esami per la sessione estiva mi
tenne impegnata per tutto il periodo; studiavo sempre da
Luana, ritirandomi solo per dormire, e non mi rendevo
conto di come Marina passasse le giornate e se ricevesse
qualcuno nella sua stanza. Alla fine di luglio avevo già dato
le prime tre materie con risultati molto positivi. Avevo già
promesso ai miei che sarei tornata in paese da loro per una
data imprecisata di agosto, così non mi restava altro che
fare qualche bagno.
Il mare irrinunciabile, accogliente e protettivo, liquida
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